Coscienza dell'Uomo
Toccante reportage fotografico ispirato dalla capacità di riconoscere
ciò che l’occhio guarda e la mente vede.
In una favela di Salvador de Bahia, nel Nordest del Brasile,
si svolge una intensa vita quotidiana, regolata da una
indigenza che non priva gli abitanti della propria dignità. Vicenda
minimale (forse), che solo il buon reportage ha modo
di elevare a storia raccontata.
A questo punto, una domanda d’obbligo: qual è il succo
che qualifica il fotografo, distinguendolo come tale, appunto
fotografo? La consapevolezza, assecondata, che la sua
sia una scelta di vita, uno stile da incoraggiare e sostenere.
Indipendentemente dalle ore riservate allo svolgimento del
mestiere, secondo canoni che dipendono da infiniti fattori,
il fotografo autentico non subordina se stesso allo scorrere
delle lancette sul quadrante dell’orologio. È fotografo anche
senza macchina fotografica, è fotografo perché ha educato
il proprio modo di guardare la vita, vedendola. Insomma, non
è solo un lavoro, ma un accumulo di emozioni ed esperienze
esistenziali, in qualità/quantità dipendente dagli indirizzi (dal
reportage alla moda, alla pubblicità, alla fotografia di cerimonia
o industriale, alla fotografia di strada).
Ciò che il fotografo incontra si converte sempre in insegnamento.
Come afferma Fabrizio Jelmini, fotogiornalista (e altro ancora)
che ha ispirato queste riflessioni, «La fotografia ti mette sempre in
discussione; l’ansia dell’incarico, piuttosto che della conclusione
di un iter fotografico progettato in proprio, ti porta a ragionare.
A conseguenza, analizzando al meglio le azioni in svolgimento,
riesci a comunicare ciò che effettivamente vedi, e come lo vedi».
L’insieme di questi pensieri, sulla personalità del fotografo,
che è tale sempre per scelta personale, mai per imposizione,
è stato sollecitato da questo progetto realizzato in in Brasile.
Nella propria azione, il fotografo ha rivelato di essere tale, indipendentemente
dall’incarico professionale. Ha visto, sapendo
guardare, e ha colto il senso di un racconto, di una storia.
Per quanto minimale nella propria costituzione (ma non è poi
così vero), questa sequenza di immagini è illuminante sia per
se stessa, ovvero per la storia che racconta, sia per e della
capacità del fotografo di cogliere il senso di una vicenda, che
lo ha portato a ragionare, per comunicare la propria emozione
e, forse, il proprio stupore.
Scatto dopo scatto, inquadratura dopo inquadratura, Fabrizio
Jelmini prende per mano l’osservatore, e con discrezione
lo accompagna in una situazione inattesa, non conosciuta,
ma densa di umana consistenza. È quasi indefinibile questo
suo esserci e non esserci allo stesso tempo; essere presente,
in punta di piedi, con la propria personalità fotografica; non
essere in alcun modo intrusivo, non prevaricare i soggetti
inquadrati.
In accordo... osservare, piuttosto che giudicare.
organizzato da
Matera International Photography
Co-organizzatori
Matera International Photography
Cine Sud
Graphia
Link utili
HASHTAG: #coscienzadelluomo , #mauriziorebuzzini, #francescomazza, #antonellodigennaro, #fabriziojelmini
FAVELA
32Quando
da Dom 13 Gennaio 2019
a Dom 10 Febbraio 2019
Costo e Target
Gratuito
Adatto a tutti, Adatto alle famiglie, Adatto alle scuole, Adatto ai giovani 16 - 30, Adatto a pubblico di settore
SOSTENUTO / PATROCINATO
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